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COMUNICATO 1/2021

AGLI ADERENTI E SIMPATIZZANTI DEL MOVIMENTO MONDIALE DELLE SCUOLE “ETICA ED ECONOMIA” E A CHI DESIDERA RIFLETTERE SULLO SVILUPPO NEL MONDO SULLA POVERTÁ E SUL FUTURO PER LE NUOVE GENERAZIONI
Il 17 maggio del 2001 viene costituito a Roma il Movimento delle Scuole “Etica ed Economia” nel Mondo, al quale partecipano 30 Istituzioni, tra le quali la Fondazione “Etica ed Economia” di Bassano del Grappa (VI), che porta con sé il patrimonio culturale della “Scuola di Pensiero”, avviata nei primi anni ’90 e che ha l’obiettivo di diffondere una nuova economia “dal volto umano”.
Nell’atto di fondazione si legge che le finalità e gli ambiti operativi sono:
«Creare Università e Facoltà di “Etica ed Economia”, promuovere corsi di studio ed attività formative “itineranti” nei cinque continenti, realizzare progetti e scambi di capacità imprenditoriali tra nord e sud del mondo.»
Lo straordinario avvenimento è preceduto dall’Udienza Particolare che il Santo Padre ha concesso a trecento persone provenienti dai cinque continenti, riunite in Vaticano, presso la Sala Clementina:
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO
DALLA FONDAZIONE “ETICA ED ECONOMIA”
DI BASSANO DEL GRAPPA
Giovedì, 17 maggio 2001
Illustri Signori,
Gentili Signore!

 1. Sono lieto di porgere a ciascuno il mio saluto cordiale. Questo incontro si colloca nel contesto di un’iniziativa da voi promossa per approfondire, sotto vari punti di vista, l’impegnativo progetto di una riflessione articolata circa la globalizzazione, la solidarietà e la libera iniziativa economica, sulla base di solidi valori etici e spirituali.
Ringrazio il Dottor Tullio Chiminazzo per le gentili parole che mi ha rivolto, facendosi interprete dei comuni sentimenti.
Ho preso visione con compiacimento del programma, che guida la nascente Fondazione ‘Etica ed economia’ e vi incoraggio a proseguire in questa opera per inserire nel campo dell’economia le prospettive e le indicazioni del Magistero e della Dottrina Sociale della Chiesa.
La vostra istituzione raccoglie persone provenienti da diverse parti del mondo. Pur con sensibilità culturali differenti, voi condividete la comune determinazione di voler coniugare libertà, sviluppo ed equità secondo i principi evangelici della solidarietà. Ciò è tanto più necessario in questa nostra epoca segnata da profondi mutamenti sociali.

 2. I processi economici odierni, in effetti, si stanno sempre più orientando verso un sistema che, dalla maggior parte degli osservatori, viene definito con il termine di ‘globalizzazione’. Non vi è dubbio che si tratti di un fenomeno che consente grandi possibilità di crescita e di produzione di ricchezza. Ma è pure da molti ammesso che esso non assicura di per sé l’equa distribuzione dei beni tra i cittadini dei vari Paesi. In realtà, la ricchezza prodotta rimane spesso concentrata in poche mani, con la conseguenza dell’ulteriore perdita di sovranità degli Stati nazionali, già abbastanza deboli nelle aree in via di sviluppo, e dello sbocco in un sistema mondiale governato da pochi centri in mano di privati. Il libero mercato è, certo, un tratto inequivocabile della nostra epoca. Esistono, tuttavia, bisogni umani imprescindibili, che non possono essere lasciati in balia di questa prospettiva con il rischio di essere fagocitati.

La dottrina della Chiesa insegna che la crescita economica dev’essere integrata da altri valori, così da diventare crescita qualitativa; quindi equa, stabile, rispettosa delle individualità culturali e sociali, come pure ecologicamente sostenibile. Essa non può essere separata da un investimento fatto anche sulle persone, sulle capacità creative ed innovative dell’individuo, basilare risorsa di qualsiasi società.

 3. Il termine ‘globale’, se inteso in modo coerente, deve includere tutti. Occorre, pertanto, sforzarsi di eliminare le persistenti sacche di emarginazione sociale, economica e politica. Ciò vale anche per l’esigenza, spesso sottolineata, di assicurare la ‘qualità’. Anche questo concetto deve tener conto non soltanto del prodotto, ma, in primo luogo, di chi produce. Mi riferisco alla necessità della ‘qualità totale’, ovvero alla condizione globale dell’uomo nel processo produttivo.

Solo se l’uomo è protagonista e non schiavo dei meccanismi della produzione, l’impresa diventa una vera comunità di persone. Ecco una delle sfide consegnate alle nuove tecnologie, che già hanno alleviato parte dell’umana fatica, ma consegnate anche al datore di lavoro diretto e soprattutto indiretto, vale a dire a tutte quelle forze da cui dipendono gli orientamenti della finanza e dell’economia.
Ad esse è legato sia il riscatto dell’uomo di fronte al lavoro, sia il rinvenimento di una soluzione efficace al problema della disoccupazione, piaga planetaria che potrebbe guarire se i percorsi del capitale non perdessero mai di vista il bene dell’uomo come obiettivo finale.

 4. La globalizzazione, a ben guardare, è un fenomeno intrinsecamente ambivalente, a metà strada tra un bene potenziale per l’umanità ed un danno sociale di non lievi conseguenze. Per orientarne in senso positivo lo sviluppo sarà necessario impegnarsi a fondo per una ‘globalizzazione della solidarietà’, da costruire attraverso una nuova cultura, nuove regole, nuove istituzioni a livello nazionale ed internazionale. Occorrerà, in particolare, che si intensifichi la collaborazione tra politica ed economia, per varare progetti specifici a tutela di chi potrebbe rimanere vittima di processi di globalizzazione a scala planetaria. Penso, ad esempio, a strumenti che possano alleviare il pesante fardello del debito estero dei Paesi in via di sviluppo, o a legislazioni che proteggano l’infanzia dallo sfruttamento che si ha nel prematuro avviamento dei bambini al lavoro.
Carissimi Fratelli e Sorelle, vi esprimo il mio compiacimento per il contributo che intendete offrire alla soluzione di problematiche così vaste ed attuali. Auspico di cuore che questo vostro apporto sia sempre illuminato dal secolare insegnamento della Chiesa, affinché la libertà economica non sia mai disgiunta dal dovere dell’equa distribuzione della ricchezza. Vi assicuro la mia preghiera e volentieri imparto a tutti la mia Benedizione.
Città del Vaticano, 17 maggio 2001 – Giovanni Paolo II
Rileggere e ripensare al messaggio che il Papa ci ha dedicato vent’anni fa, penso sia la cosa migliore per festeggiare questo nostro ventesimo anniversario.

Cordiali saluti.
Tullio Chiminazzo
Bassano del Grappa, 17 Maggio 2021

5 commenti su “COMUNICATO 1/2021”

  1. Bizzotto. Caro Tullio, 20 anni sono un terzo della vita utile e produttiva di una persona; tu hai lavorato molto e meriteresti un riconoscimento più diffuso. Il cittadino del mondo però non ragiona che Te e tante volte mi sono domandato e mi domando cosa possiamo fare per cambiare:forse soltanto come fai tu – insistere, insistere, insistere. GRAZIE TUTTLIO PER TUTTO QUELLO CHE FAI CON I TUOI COLLABORATORI.

  2. Caro Tullio, voglio ringraziarTi aver riccordato a tutti quella importante data 17 maggio del 2001 a Citta del Vaticano e paroli di San Giovanni Paolo II. Passato 20 anni…Il mondo sta cambiando in modo irreversibile … speriamo che ci costringa anche a ripensare a tutti e a rivalutare i valori, a guardare ancora all’etica, all’umanità, alla fede, al ritorno alla natura, alle proprie radici, a ciò che ha insegnato, predicato , distribuito Schuola “Ethica ed Economia. Proseguimento del lavoro con successo, signor Tullio, per i decenni a venire! Grazie per i Vostri grandi progetti e lavori!

  3. Grazie Tullio per averci riproposto le parole del Papa che a distanza di 20 anni appaiono quanto mai profetiche tenuto conto degli effetti della globalizzazione. Al tempo stesso, appare sempre più importante l’affermazione dei principi a cui si ispirano il Movimento e le Scuole di Etica ed Economia.
    Un caro saluto ed auguri per i progetti in corso.

  4. Caro Tullio, saluti dalla Argentina per te e tutto il Movimento. Grazie per ricordarvi le parole del Santo Padre Juan Pablo II.

  5. Caro Tullio,
    bellissimo ricordare un momento importante come l’incontro con il Papa. Sono passati 20 lunghissimi anni ed io mi ero appena affacciata al Movimento che ho portato e porto sempre nel cuore.
    Ti abbraccio

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